Analisi dei dati legali: 9 tendenze per il futuro

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I dati hanno un ruolo sempre più dominante nelle realtà legali ed è quindi facile supporre che la maggior parte degli Studi Legali abbia creato competenze di base relative all’analisi dei Big Data. La dura realtà è che il 67% dei leader IT definisce “caotico” il proprio ambiente di Big Data.

È uno dei risultati principali di un nuovo sondaggio che IDG ha condotto tra CIO e altri leader IT. Questi decision maker tecnologici descrivono i principali problemi relativi ai Big Data e indicano soluzioni che possono contribuire ad aumentare il valore di qualsiasi Studio Legale. Questo report esamina lo stato del panorama dei Big Data e illustra come gli Studi possono trarre vantaggio da nove tendenze che stanno plasmando il futuro dell’analisi:

  1. I big data sono ovunque
  2. Le aspettative sono altissime
  3. L’analisi dei dati è una giungla
  4. La sicurezza rimane al primo posto
  5. L’integrazione è un ostacolo significativo
  6. Il cloud abbatte le barriere
  7. La caccia al valore dei dati è aperta
  8. La velocità dei dati è una necessità
  9. Il ruolo di “citizen analyst” è sempre più diffuso

I trend dell’analisi dei dati legali

I big data sono ovunque

Il termine “Big Data” è in uso sin dagli anni Novanta, ma l’esplosione di dati degli ultimi anni ne ha sottolineato la rilevanza e l’importanza. Ogni giorno, il mondo sta già generando una quantità di dati stimata in 2,5 exabyte, che si prevede salirà a 463 exabyte al giorno entro il 2025.

I leader IT professionali sanno di dover estrarre il maggior valore possibile per reagire velocemente e ottenere un vantaggio competitivo. Non sorprende quindi che il 95% degli Studi Legali intervistati abbia implementato iniziative di Big Data a livello professionale o di reparto.

In molti casi, tuttavia, questa prima ondata di distribuzioni correlate ai Big Data è stata surclassata da iniziative di trasformazione digitale più ampie, insieme a nuove origini dati come l’Internet delle Cose. Queste amplificano il volume, la varietà e la velocità dei dati; pertanto, un’analisi rapida e avanzata è ora una priorità. In una recente intervista, il direttore di Gartner Research, Jorgen Heizenberg, ha affermato:

Oggi assistiamo a un cambiamento di paradigma nelle modalità di gestione di dati e analisi. Abbiamo a nostra disposizione un’abbondanza di dati e informazioni, ma ci mancano la cultura e le doti umane necessarie per raccoglierli, analizzarli e gestirli in modo appropriato. Ciò influisce sulla capacità dell’individuo di giudicare e prendere le decisioni giuste per l’azienda“.

Le aspettative sono altissime

L’esplosione dei dati è stata accompagnata da un’ondata di entusiasmo e urgenza. I leader IT professionali sanno che i dati hanno al loro interno un valore nascosto e le aspettative di realizzare efficienze operative e crescita legale grazie all’acquisizione di nuove informazioni da questi dati sono altissime. Queste aspettative si traducono in una varietà di obiettivi professionali che influenzano gli investimenti correlati ai dati, ad esempio un migliore processo decisionale, miglioramenti della sicurezza, aumenti di produttività e migliori esperienze per i clienti.

Molte delle decisioni dei miei predecessori si basavano su esperienza e intuizione. Questi fattori sono ancora molto importanti, ma occorre metterli in correlazione con i dati“, ha dichiarato Sim Tshabalala, CEO di Standard Bank, nel 22° sondaggio globale di PwC condotto annualmente tra i CEO.

L’analisi dei dati è una giungla

I leader IT distribuiscono molteplici strumenti di analisi per sfruttare tutti i dati che fluiscono nei propri Studi Legali. Quasi due terzi (64%) dei leader IT affermano di utilizzare due o più soluzioni di analisi. E queste soluzioni sono spesso distribuite in diverse parti dello Studio determinando un notevole spreco di energie: il 67% degli intervistati riconosce che nella propria realtà legale l’analisi dei Big Data è “caotica” e il 70% concorda sul fatto che i dati sono sottoutilizzati. Questi risultati dovrebbero far riflettere i leader IT. Che il problema siano le informazioni non individuate o semplicemente l’incapacità di ricavare informazioni utili, lo Studio Legale è limitato se non può utilizzare i dati a sua disposizione.

La sicurezza rimane al primo posto

Nonostante la maggiore attenzione alla sicurezza legale, le violazioni dei dati di alto profilo continuano a finire in prima pagina, come i 500 milioni di record Marriott violati nel 2018 e la violazione di Equifax del 2017 che ha causato l’esposizione dei dati di credito personali di 145 milioni di consumatori. I leader IT sono consapevoli della necessità di mantenere una diligenza continua: i timori relativi alla sicurezza dei dati rappresentano il principale inibitore dell’operatività dei Big Data e la sicurezza è l’area che necessita del maggior numero di miglioramenti per dimostrare il ROI derivante dalle iniziative correlate ai dati.

È una strada in salita. Considerando i volumi elevati di dati, la varietà di formati e la necessità di supportare la comunicazione e la collaborazione basate sui dati oltre il firewall tradizionale, i leader IT devono trovare la giusta combinazione di tecnologie e processi interni e di terze parti per difendere l’azienda, rilevare potenziali violazioni dei dati e rispondere. Ad esempio, più di due terzi (68%) degli Studi Legali affermano di adottare misure aggiuntive per proteggere i dati non strutturati come testi, video, foto ed e-mail.

I team IT e di sicurezza devono collaborare più strettamente che mai per identificare le minacce e le vulnerabilità in modo proattivo nei propri ecosistemi di dati. E stanno facendo progressi: quasi due terzi (64%) degli intervistati durante il sondaggio condotto da IDG sullo stato del CIO affermano infatti che la sicurezza è strettamente integrata con la strategia IT e si prevede che questa percentuale passerà all’82% in tre anni.

L’integrazione è un ostacolo significativo

L’enfasi sulla sicurezza ha determinato essa stessa una mini esplosione di dati poiché gli strumenti di monitoraggio della sicurezza generano set di dati di grandi dimensioni che vengono analizzati per rilevare eventuali minacce. La sicurezza, tuttavia, è solo una delle decine di origini dati che l’IT sta tentando di riunire e che interessano molteplici applicazioni, database e sistemi professionali.

Al numero di origini dati si aggiungono i silos di dati presenti nelle singole business unit, nei singoli reparti e nelle aree geografiche. Questa situazione crea vari problemi di integrazione, dai formati di dati e requisiti di storage diversi alle lunghe operazioni manuali di esportazione e importazione dei dati.

Le iniziative di trasformazione digitale dipendono dalla possibilità di integrare i dati provenienti da più applicazioni e origini dati. I leader IT strategici necessitano di strumenti di analisi indipendenti da origini dati, piattaforme e gestione dei dati: tra i leader IT intervistati, l’81% afferma che questa funzionalità è fondamentale o molto importante.

Il cloud abbatte le barriere

Con l’estensione della transizione ad applicazioni, piattaforme e infrastrutture basate sul cloud, gli Studi Legali ottengono dal public cloud vantaggi che vanno oltre il risparmio sui costi. Le prime preoccupazioni sul trasferimento dei dati al cloud hanno ceduto il passo alla consapevolezza che le protezioni di sicurezza offerte dai provider di servizi cloud sono spesso più efficaci rispetto a quelle che le singole realtà legali riescono a implementare da sole.

Questa accelerazione verso il cloud è evidente nelle soluzioni di analisi: il 34% di quelle attualmente in uso è basato sul cloud, ma il 71% dei leader IT afferma che quando valuta nuovi strumenti di analisi è interessato a modelli di distribuzione basati sul cloud. I leader IT sanno che il cloud offre agli Studi la scalabilità e la velocità necessarie per elaborare e analizzare rapidamente set di dati di grandi dimensioni.

Alcuni problemi legacy rimangono. Quasi tre Studi Legali su 10 dichiarano di gestire tutti i dati in ambienti locali; solo l’8% afferma di utilizzare il cloud per la gestione di tutti i dati. Il modello ibrido è il più comune, con il 42% che usa una combinazione di ambienti cloud, locali ed esterni/non cloud.

La caccia al valore dei dati è aperta

Il ruolo primario dell’analisi dei dati legali è trovare informazioni utili che consentano di migliorare lo Studio Legale. Tuttavia, i problemi rivelati dal nostro sondaggio impediscono a molte realtà legali di realizzare questo obiettivo. Solo il 31% afferma di riuscire a estrarre informazioni utili dai dati di più origini per creare risorse legali affidabili. Il resto si considera nella media, nel migliore dei casi.

Anche se i leader legali e IT si impegnano per definire operazioni basate sui dati che generano un valore significativo per il business, questo obiettivo sfugge alla maggior parte delle realtà legali. Come indicato in precedenza, i timori relativi alla sicurezza e i problemi di integrazione sono ostacoli persistenti all’eccellenza dell’analisi. Anche la cultura e le competenze giocano un ruolo: la data science è in cima alla lista dei leader IT6 come il set di competenze più difficile da trovare, prima di altri talenti molto richiesti per la sicurezza, l’intelligenza artificiale e i servizi cloud. In generale, le culture legali potrebbero non essere pronte ad applicare al processo decisionale un approccio basato sui dati, perché non sono strutturate in modo appropriato per supportarlo o perché la forza lavoro teme potenziali interruzioni delle attuali modalità di lavoro.

La velocità dei dati è una necessità

Il business cambia rapidamente, ma in questo secolo il ritmo è diventato più sostenuto con Internet che ha livellato il terreno di gioco per le piccole imprese e i nuovi operatori in tutti i settori. Per rimanere competitivi, gli Studi Legali di tutte le dimensioni oggi devono essere agili e decidere rapidamente.

La buona notizia è che hanno a disposizione una grande quantità di dati. Ma la necessità di operazioni rapide di elaborazione delle query ed esecuzione dei calcoli per velocizzare il processo decisionale costituisce una sfida.

“La quantità di dati cresce rapidamente e l’urgenza di trasformare i dati in valore in tempo reale cresce altrettanto rapidamente”, ha affermato il vice presidente di Gartner ed eminente analista Donald Feinberg a una recente conferenza dedicata all’analisi.

I leader IT comprendono questa esigenza di velocità dei dati. Gli utenti chiedono funzionalità di aggregazione e analisi dei dati in tempo reale e l’accesso più rapido ai dati. Queste funzionalità sono tuttavia tra le più difficili da offrire.

Il ruolo di “citizen analyst” è sempre più diffuso

A fronte della continua carenza di competenze nella disciplina denominata data science, gli Studi Legali hanno la necessità di ridurre il carico di lavoro del reparto IT consentendo alle persone di diventare “citizen analyst”. Questa tendenza richiede strumenti di facile utilizzo che consentano ai lavoratori di eseguire analisi ed estrarre dai dati le informazioni più rilevanti per i propri ruoli.

Gli strumenti che sfruttano l’automazione avanzata, i modelli di dati riutilizzabili e l’intelligenza artificiale tracciano un percorso per il citizen analyst. Questo cambiamento aiuta anche ad affrontare la resistenza culturale. Quando gli utenti si rendono conto di poter ottenere rapidamente le risposte di cui hanno bisogno senza affidarsi a competenze specializzate, è più probabile che adottino gli strumenti a loro disposizione.

I leader IT comprendono la necessità di bilanciare funzionalità e usabilità. L’86% degli intervistati concorda sul fatto che le soluzioni di analisi dovrebbero essere potenti e facili da usare. Inoltre, l’82% concorda sul fatto che l’analisi self-service sia una priorità assoluta presso la propria realtà legale e il 66% afferma che durante la valutazione di nuovi strumenti e soluzioni queste funzionalità sono di fondamentale importanza

Esiste una potenziale incongruenza tra il desiderio di analisi self-service e l’effettiva distribuzione: solo il 30% ritiene importante che il reparto IT abiliti la funzionalità relativa a report e dashboard self-service. I CIO dovranno bilanciare le esigenze di analisti IT e citizen analyst per offrire agli utenti di tutto lo Studio le funzionalità di analisi necessarie per svolgere il proprio lavoro con successo.

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